L’artemisia annua – attenzione agl’imbroglioni!

L’ultimamente l’artemisia annua fa carriera. Una pianta usata per curare la malaria compare sempre più spesso su varie pagine on line come un „miracolo” anticancro. La si studia da anni per combattere questa malattia, si hanno dei risultati interessanti, anche se ancora nulla di ufficiale. E’ vero che l’artemisia annua contiene, oltre alle proprietà antimalariche, una ventina di componenti con proprietà antitumorali. Si legge in giro che assumendo l’artemisia annua si guarisce, o si migliora lo stato di guarigione, o … non si guarisce affatto. Intanto provare non nuoce.
Se vuoi curare un malato di cancro (o solamente aggiungere un metodo alternativo alle cure tradizionali) con l’artemisia annua, devi fare molta attenzione. Attenzione a cosa? Attenzione a chi?

Ecco alcune domande che dovresti porgerti prima di cominciare a comprare e poi curare/curarsi dal cancro con questa pianta:

– chi è il venditore? E’ un farmacista/erborista?
– qual è il paese di provenienza della pianta?
– il venditore, che hai scelto con cura, paragonando le varie offerte sul mercato, può certificare che cosa ti vende veramente? Le FOGLIE o forse l’Erba? La differenza è enorme!
– l’artemisia annua era cresciuta nella piantagione bio o forse era stata „aiutata” a raggiungere il tempo balsamico con prodotti chimici e „protetta” con i vari pesticidi?
– di che colore è l’infuso?
– quanto tempo era durato il processo d’essiccamento e come l’artemisia annua era conservata?
– hai ricevuto l’istruzione di come preparala e le dosi d’assunzione?

I

Attenzione a chi vende l’artemisia annua

Controlla l’azienda/erboristeria/farmacia. Quanti anni sta sul mercato. Chi è il titolare? Un medico? Un erborista? Un manager? Un esperto di computer? Un venditore di telefonia? Da non credere ma se ne trovano di tutti i colori. Molti di loro menzionano i loro partner (per apparire più credibili) come:
Università la Sapienza, Università di Tor Vergata, Centro Studi Ricerca, nomi stranieri come Clayton University ed altro… Non aver paura – chiedi i nomi dei referenti, vai fino in fondo!

II

Il paese di provenienza o l’etichetta in generale

Nel progetto di legge 94/1999 si dice:

1. I prodotti del comparto erboristico venduti come prodotti confezionati debbono riportare sul contenitore o su etichette saldamente appostatevi:

a) la denominazione comune e il nome botanico della pianta secondo la dizione botanica internazionale, seguito dall’indicazione della parte di pianta contenuta;
b) la dizione “prodotto erboristico”;
c) l’elenco degli ingredienti in ordine ponderale decrescente;
d) le indicazioni per l’uso;
e) il quantitativo netto;
f) la data di confezionamento;
g) il termine minimo di conservazione;
h) le modalità di conservazione;
i) il titolo alcolometrico volumico effettivo per i prodotti aventi un contenuto alcolico superiore a 1,2 per cento in volume;
l) il nome o la ragione sociale e l’indirizzo o la sede del produttore e del confezionatore;
m) il nome o la ragione sociale e l’indirizzo del distributore per i prodotti provenienti da Paesi membri della Unione europea o da Paesi terzi;
n) il lotto di produzione.

III

Foglie essiccate, estratto o fusti?

Nel caso di artemisia annua, sia per curare la malaria o per altri usi – compreso le cure antitumorali – si devono usare le FOGLIE della pianta e non i FUSTI. Solamente le foglie contengono i principi attivi in quantità curative.
Chiedete la foto del prodotto (non della confezione) per capire che cosa state acquistando. Ecco alcuni esempi delle foglie essiccate dell’artemisia annua:

Artemisia annua - foglie essiccate

Artemisia annua essiccata – foglie

Artemisia annua essiccata - polvere

Artemisia annua essiccata – polvere



 

E’ questi sono invece i FUSTI dell’artemisia annua, la parte della pianta che contiene poco o nulla dei principi attivi:

Artemisia annua essiccata - fusti

Artemisia annua essiccata – fusti


 

IV

La coltivazione è importante

Se hai le risposte del paragrafo II, puoi approfondire chiedendo al venditore se può fornire il certificato della piantagione bio.

V/VI

Come capire se l’artemisia annua che hai acquistato è quella buona?

L’infuso d’artemisia è VERDE. Potrebbe cambiare dal verde chiaro al verde scuro, ma è sempre verde. Se l’infuso che prepari è di un altro colore (giallo, marrone) c’è qualcosa che non va.

Se il tè d’artemisia diventa giallastro, puoi gettarlo via, senza neanche analizzarlo chimicamente. Significa che il processo d’essiccazione era durato più di tre giorni o la pianta essiccata non era conservata nel modo giusto.

In commercio si trovano molti prodotti contenenti l’artemisia, ma spesso si tratta di ERBA – l’intera pianta polverizzata di colore grigio-verde, oppure i soli fusti di colore giallo-grigio, e non di FOGLIE d’artemisia.

Si trovano anche gli estratti d’artemisia annua. Nel caso d’artemisia annua (e non solo), gli effetti migliori si ottengono usando l’infuso delle foglie. Perché allora usare gli estratti?
Leggi di più sull’argomento:
http://malaria-cure.it/en/rich-artemisia-instead-of-poor-artemisinin/

VII

L’arte di fare l’infuso

Se hai le risposte del paragrafo II sai come fare l’infuso.

In un litro d’acqua a 90-95 gradi metti 5 grammi di artemisia annua essiccata (le foglie). Usa il contenitore di vetro, porcellana o plastica. Mai di metallo/alluminio. Aspetta 15 minuti (puoi filtralo ma non è necessario) e bevi l’infuso nell’arco di 24 ore. Ovviamente puoi dimezzare la dose d’acqua e di artemisia.

Buona salute a tutti!