L’artemisia e il cancro – perchè l’industria farmaceutica non si interessa dell’artemisia annua?

Ogni giorno in Italia si diagnosticano mille casi di cancro. Le cure, le medicine, le ricerche e le speranze sono molte. Sulla “lista” compare anche l’artemisia annua. Ecco cosa ne pensa uno scienziato tedesco Hans Martin Hirt. Nato in Germania nel 1951. Laureato in farmacologia all’università di Heidelberg; ha condotto le sue ricerche al Centro Tedesco di Ricerca sul Cancro (German Cancer Research Centre). Nel 1991 ha fondato ANAMED (Action for Natural Medicine – Azione per la Medicina Naturale) e conduce i corsi di medicina naturale in molti paesi del mondo. A proposito della cura del cancro e l’uso d’artemisia annua scrive:

Dr. Hirt conduce il corso di Anamed

Dr. Hirt conduce il corso di ANAMED

Quando ho iniziato il lavoro per il mio dottorato al Centro Tedesco di Ricerca sul Cancro di Heidelberg, Germania, dissi che mi sarebbe piaciuto studiare le piante. La gente rise di me, dicendo che il regno vegetale è già stato accuratamente esplorato. Fui molto deluso, così scelsi l’unica opzione disponibile per me e studiai il sistema immunitario del nostro corpo (Interferoni). Quindi oggi sono estremamente felice che allo stesso Centro il professor Efferth sta studiando gli effetti dell’artemisinina sul cancro, come una terapia di cura senza gli orribili effetti collaterali, quali la totale perdita dei capelli – che sono conseguenza dei tradizionali metodi oggi usati.
Questa potrebbe essere un’ottima notizia per l’industria farmaceutica e per i pazienti di cancro che sono uniti nella ricerca per dei citostatici che abbiano pochi o nessun effetto collaterale. Purtroppo non è così. Forse perché l’industria farmaceutica preferisce un prodotto che possa essere brevettato e produca più profitto possibile. Il paziente, d’altra parte, preferirebbe una medicina che possa far crescere liberamente nel proprio giardino.

Fatte queste considerazioni, crediamo che l’Artemisia annua sia la soluzione perfetta.
Un articolo è apparso recentemente sulla rivista tedesca “TAZ” e parlava della ricerca sull’artemisinina condotta al Centro Tedesco di Ricerca sul Cancro di Heidelberg. Da allora quasi ogni giorno ricevo telefonate del tipo “Un mio parente soffre di una forma di cancro “xyz”, è curato con “jkl” e radioterapia. Lei cosa pensa, gli si può dare l’artemisia sia come rinforzo o come terapia sostitutiva?” Sinceramente, non saprei dirlo! Nessun esperto lo sa.
Secondo il prof. James Duke le foglie di artemisia annua contengono 20 sostanze attive contro i tumori. Ognuno di questi componenti agisce su vari tipi di tumore. In più, l’artemisia contiene altri 225 componenti che potrebbero avere una certa influenza. Ci vorrebbero centinaia di dottorati di ricerca… ma dove sulla terra c’è una clinica per i malati di cancro o un’università farmaceutica che possa fare ricerca indipendentemente, libera dalle richieste dei finanziatori? Penso sia uno scandalo che al giorno d’oggi solo l’industria e forse anche le persone molto ricche possano decidere quali piante medicinali debbano essere studiate.
Per esempio, un collaboratore di ANAMED, Florian Freier, vinse un premio per il suo lavoro, condotto insieme all’università di Tubinga, che dimostrava che a differenza delle cellule sane le cellule tumorali trattate con artemisinina erano più sensibili alla radioterapia. Potè dedurre da ciò che se il tè d’artemisia venisse assunto dai pazienti si sarebbe potuto diminuire le cure radioterapiche. Verrà questo tema approfondito in futuro? Qualche giornale ne ha parlato? L’industria non ha alcun interesse!
C’è solo una possibilità: fare i test su se stessi, dove è possibile accompagnati da un dottore che non si è venduto all’industria farmaceutica. Quindi vi prego, scrivete ad ANAMED International e diteci cosa vi è successo quando vi siete curati con il tè di artemisia. Non è successo nulla? Qualcosa? Tanto? Solo se riceviamo questo tipo di informazioni possiamo trarre delle conclusioni.
Stimo che in questo momento (2008) ci siano almeno 100 pazienti malati di cancro che stanno assumendo il nostro tè di artemisia, ma riceviamo pochissimo feedback; è invece cosa importante per noi sapere se il tè ha aiutato, e se si, in che modo. Dobbiamo anche sapere se non ha avuto effetto, o se magari ha peggiorato la situazione. Finora un terzo dei pazienti ci ha detto che non ha fatto differenza, un altro terzo che ha un po’ aiutato e l’ultimo terzo ci ha dato un sorprendete feedback: molti affermano di essere stati addirittura curati!
Il miglior trattamento per il paziente è di prendere per sette giorni un dosaggio alto di artemisia, ovvero 5 grammi al giorno in forma di tè, e se quest’ultimo dà problemi di stomaco, di assumerla in polvere (per es. mischiata con dello yogurt). Se dopo questi sette giorni non ci sono miglioramenti, sia per giudizio personale sia che dopo test di laboratorio, non ha senso continuare. Se, d’altra parte, c’è stato anche un leggerissimo miglioramento, allora il paziente può continuare a dosaggio pieno o ridotto, dipendentemente dalla gravità del cancro e dalla possibilità del paziente di prendere la medicina.
Così come per la malaria e l’AIDS, sono state compiute ricerche approfondite per un solo componente attivo, l’artemisinina. In tal modo i risultati possono essere brevettati e venduti commercialmente. Anche se l’artemisinina è già stata brevettata per l’uso nella cura dei tumori è tuttora incredibilmente poco usata. I test in vitro dimostrano che l’artemisinina è particolarmente efficace nel trattamento delle cellule della leucemia, del cancro al colon, pelle, seno, utero, prostata, cervello e reni. Potete trovare più informazioni su internet su una particolare forma di cancro scrivendo le giuste parole-chiave es. “Artemisia cancro polmoni” ecc.

ANAMED